La mediazione familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione e/o di divorzio tramite solitamente un avvocato che fa da mediatore e facilitatore nel dialogo e nel processo decisionale (Decision Making). Obiettivo centrale della mediazione familiare è il raggiungimento della co-genitorialità (o bigenitorialità), ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se questi sono ancora minori.

La mediazione familiare è contemporaneamente uno dei quattro tipi fondamentali di Alternative Dispute Resolution (risoluzioni alternative delle dispute), cioè dei modi di risolvere una disputa senza passare per il tribunale.

La mediazione familiare è una disciplina trasversale che utilizza competenze proprie alla Sociologia, alla Psicologia e alla Giurisprudenza finalizzate all’utilizzo di tecniche specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto.

Mediazione Familiare

Requisito indispensabile per intraprendere un percorso di mediazione familiare è l’assenza di conflitto giudiziale in corso. La mediazione familiare è infatti finalizzata al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla coppia al di fuori del sistema giudiziario. Si ricorre a quest’ultimo (separazione e/o divorzio consensuale) solo per le omologhe di Legge degli accordi raggiunti. Tale tipologia di mediazione – che affianca gli aspetti emotivi a quelli più strettamente legali – è spesso definita anche mediazione globale.

Il mediatore familiare è un terzo imparziale rispetto alla coppia che ha l’obiettivo di sostenerla durante la fase della separazione e del divorzio. All’interno di questo spazio neutrale il mediatore familiare si propone dunque come una risorsa specifica – alternativa al sistema giudiziario – volta a favorire la negoziazione di tutte quelle questioni relative alla separazione o al divorzio.

La coppia è incoraggiata dal mediatore a strutturare gli accordi che meglio rispondono alle esigenze di tutti i componenti del nucleo familiare. La coppia diventa protagonista nella gestione del proprio conflitto ed indirizza le proprie risorse per trovare un dialogo il più possibile funzionale ai cambiamenti che si prospettano per tutta la famiglia.

Il mediatore familiare affronta sia gli aspetti emotivi (affidamento dei figli, continuità genitoriale, comunicazione della separazione al nucleo familiare, etc.) che quelli più strettamente materiali (divisione dei beni, determinazione dell’assegno di mantenimento, assegnazione della casa coniugale, etc.).

La mediazione familiare si rivolge alla coppia – coniugata o convivente, con o senza figli, in fase di separazione o già separata o divorziata – con un’esigenza di modificare gli accordi in qualsiasi fase del processo di separazione. Può rivolgersi anche alle coppie di fatto o alle famiglie ricostituite, cioè ai due ex partner e ai rispettivi nuovi compagni, o semplicemente al singolo genitore dopo che la mediazione non sia risultata praticabile.

Si rivolge principalmente a coppie con figli, in quanto uno dei suoi obiettivi è la riorganizzazione delle relazioni familiari in un’ottica di continuità genitoriale con particolare riguardo all’interesse della prole.

Nel caso di coppie senza figli non è quindi corretto parlare di mediazione familiare, ma è comunque possibile con esse applicare proficuamente le tecniche di mediazione.

La mediazione familiare ha in realtà un obiettivo opposto a quello della terapia di coppia ovvero quello di favorire la separazione consensuale della coppia stessa. Inoltre, a differenza della terapia familiare, prevede obbligatoriamente la presenza di entrambi i membri della coppia. Da un punto di vista procedurale la mediazione familiare non esplora aspetti del passato della coppia, ma solo quelli presenti e orientati al futuro.

Rispetto alla consulenza legale – a cui può tuttavia essere integrata – la mediazione familiare non ha come obiettivo la cura degli interessi dei propri clienti, ma il raggiungimento di accordi condivisi.